In queste settime a Villa Betania si sta tenendo il corso di formazione “Pecs e modello cognitivo comportamentale” rivolto ai genitori ed insegnati di tutti gli assistiti del Centro per l’autismo della Fondazione Auxilium. L’iniziativa si articola in quattro moduli di circa tre ore ciascuno. Nel corso del primo incontro si è parlato di autismo e delle sue caratteristiche cliniche, del modello cognitivo comportamentale e dei principi del programma “Teacch”. Sono quindi state approfondite le metodiche Pecs e la comunicazione funzionale, per poi passare alle esercitazioni pratiche. Il corso, tenuto dal direttore sanitario di neuropsichiatria infantile della Fondazione Auxilium, dottor Leonardo Fauci, assieme agli operatori del Centro per l’autismo di Villa Betania che utilizzano l’approccio Pecs, si chiuderà con l’ultimo appuntamento in programma per il 5 febbraio, sempre nei locali di Villa Betania dalle 9.30 alle 12.30, con il quarto modulo che sarà dedicato alla struttura della frase, allo sviluppo del vocabolario, alle strategie didattiche e all’espansione del linguaggio.
Nel corso degli incontri sono stati anche proiettati dei video realizzati dal personale della Fondazione Auxilium durante le attività, proprio per dare agli incontri un approccio pratico, concreto e di facile comprensione, con l’obiettivo di poter fornire alle famiglie ed agli insegnanti degli strumenti per potere continuare a casa ed a scuola il lavoro svolto dagli operatori nel Centro per l’autismo di Villa Betania.
“Si tratta – ha dichiarato il direttore generale della Fondazione Auxilium Gerry Camarda – di un momento fondamentale per la buona riuscita dell’attività “riabilitativa” svolta a favore dei ragazzi. Infatti, uno degli aspetti principali del Centro Diurno per l’Autismo e l’interazione costante fra il Centro stesso e le famiglie che devono acquisire e fare proprie le metodologie applicate dagli operatori e applicarle nel contesto di vita ordinario dei ragazzi. La buona riuscita delle terapie occupazionali erogate presso il Centro Diurno, è data dalla acquisizione delle autonomie di base per i più gravi, e dal miglioramento delle capacità relazionali, in generale, anche nei contesti di vita non strutturati, in quanto la permanenza dei ragazzi presso i nostri Centri – che dura in media qualche anno – comunque è limitata nel tempo, altrimenti si trasformerebbe in mera attività assistenziale”.